Parola come arte, arte come parola (in prossima pubblicazione)
Una serie di interviste con gli addetti ai lavori, intercalate da riflessioni dell'autrice.
L'opera sarà corredata da disegni e pitture di bambini e personaggi più o meno noti del mondo dell'arte.
Introduzione
E il verbo si fece carne E’ con codesta espressione che l’evangelista Giovanni
prefigura Dio come verbo, paraula, parola. Ebbbene se l’idea dell’ O, ,
nnipotemte può configurarsi come parola, questo sta a dimostrare che idea e
parola sono due aspetti di un’unica indissolubile realtà. Quale? Quella definita
da Cartesio attraverso il notissimo: “Cogito eergo sum” quella dove “La vita e
sogno” o meglio quello che di quest’ultimo ricordiamo e riconosciamo ? Ma la
realtà è la realtà percepita dalla nostra coscienza? O è quella della coscienza
altrui conosciuta e riconosciuta soltanto attraverso la comunicazione?
Poiché la coscienza altrui la raggiungiamo esattamente con la parola morfema che rappresenta la medesima realtà per tutti – e anche qui ci sarebbe molto da dire- qunando assume il grado di riferimento convenzionale. Ma dal momento che il tema da portare avanti non è semplicemente quello della parola am quello della: parola che diviene arte e dell’arte che crea parola … Il mio compito è quello di comprendere e far comprendere come avviene questa trasformazione, considerado la parola sia in versione atomistica e sia all’interno di una frase o di un discorso. Ed ecco un punto fermo Sppiamo che la parola, quale strumento di trasmissione dei concetti risponde a un riferimento pattuito in precedenza quindi convenzionale sula base di suoni e segni grafici riconoscibili proprio perché condivisi. E allora non basta considerare il rapporto tra chi emette la parola e chi la percepisce ma occorre allargare il campo. In pratica si tratta di fare la dfferenza tra la parola largamente condivisa e l’elemento di un coidce.
E se non esistono pensieri che non possano essere al tempo stesso anche parole, sarà proprio questa differenza fra condivisione e codice ristretto la stazione che vede la parola come naturale fonte d’arte e l’arte come generatrice di parole. Ma ncor prima di indagare su coloro che dall’arte traggono parole e su chi utiizza le parole per fare arte occorre trovare un sembiante credibile sia per l’arte generatrice di parole, sia per la parola che si trasforma in arte. E qui l’argomentazione si apre a ventaglio e mentre i campi dell’indagine cominciano a differenziarsi, le voci si moltiplicano. Albert Einstein, per esempio, considerando l’arte come un pensero espresso nel modo più semplice sottolinea come i fatti e quindi le parole abbiano una valenza limitata senza l’intevento dell’immaginzione. Risulta quindi impossibile una classificazione sia delle opere d’arte creatrici di parole sia delle parole che si trasformano in arte, poiché come scrive Luca Soriani: le parole non sono nomenclature, e ciascuna realizza la realtà a suo modo. Ma è esattamente il modo di utilizzare la propria lingua e quindi la parola a creare arte ed è ugualmente chiaro che è l’opera d’arte a suscitare un fatto e quindi la parola.